La chiesa di San Marco conserva al suo interno un tesoro sconosciuto ai più, ma molto significativo, il presepe attribuito a Francesco Londonio, un presepe di carta, molto particolare e interessante da osservare. Ne parliamo con la professoressa Lara Maria Rosa Barbieri, Storica dell’arte, docente UTE “Cardinal Giovanni Colombo”.
A quando risale la consuetudine di realizzare presepi di carta e dove si diffuse?
La tradizione del Presepe affonda le sue radici nell’esperienza francescana, dal presepio di Greccio, voluto da San Francesco d’Assisi, si fa risalire la consuetudine di allestire una piccola riproduzione della Natività in occasione del Santo Natale. I presepi di carta, in particolare, sono attestati nella cultura lombarda del Seicento e hanno avuto una significativa diffusione anche nel secolo successivo.
Perché il presepe del Londonio è nella chiesa di San Marco?
Il Presepio nella basilica di San Marco è tradizionalmente attribuito a Francesco Londonio, pittore e incisore milanese. Londonio era nato a Milano, nella parrocchia di Sant’Alessandro in Zebedia, il 7 ottobre 1723. Allievo di Ferdinando Porta, compì la sua formazione avendo come riferimento la pittura emiliana e la frequentazione con le opere degli incisori olandesi; oltre ai contatti con la produzione di Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto e di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto.

Chi era Francesco Londonio?
Londonio morì a Milano nel 1783. Fu felice interprete della pittura di genere diffusasi alla metà del secolo, che aveva nella rappresentazione dei temi pastorali e popolari la sua predilezione. Buona parte della sua attività si svolse nella città medeghina, tra i numerosi lavori possiamo citare la decorazione di una sala del palazzo Grianta e, appena fuori porta, a Cernusco sul Naviglio, un ciclo di 24 tele di soggetto agreste per la villa Alari (poi Visconti di Saliceto). Molti dei suoi dipinti sono confluiti nelle raccolte cittadine: a Brera, in particolare, rimane un corpus di 61 opere donate dal nipote Carlo, altre sono presso le Civiche Raccolte del Castello Sforzesco, mentre un consistente nucleo rimane legato alla Biblioteca Ambrosiana, che conserva anche un considerevole fondo di disegni. Fondamentali per la formazione dell’artista furono i viaggi di studio a Roma, nel 1763 e a Napoli, tra il 1763 e il 1764, con un passaggio anche nella città di Genova. Proprio la frequentazione con la città partenopea avrebbe favorito questa sua inclinazione per la produzione di un apparato che generalmente consideriamo “effimero”, per la sua intrinseca natura ad essere esposto in un particolare periodo dell’anno.
Come è strutturato il presepe che si trova nella chiesa di San Marco?
Il presepe marciano si collocherebbe nella cronologia dell’artista come successivo alla metà del secolo. Si compone di una doppia serie, festiva e feriale, di sagome dipinte a olio su carta incollata su supporto ligneo per un totale di 24 figure. Un primo gruppo illustra la scena, più semplice e quotidiana, della Natività con l’annuncio ai pastori, mentre la seconda serie è incentrata sull’Epifania, con i re Magi accompagnati da un corteo variopinto e festoso in cui la luce si sofferma nel mettere in risalto gli abiti sfarzosi e gli ornamenti dorati. L’autografia del pittore è riconosciuta per l’alta qualità evidente soprattutto nella composizione delle due pecore accucciate in primo piano.
Ci sono altri esemplari di presepi simili a questo?
Al presepe di San Marco possiamo accostare altri esempi come quello composto da circa sessanta figure realizzato, sempre dal Londonio, fra il settimo e l’ottavo decennio del XVIII secolo, per il conte Giacomo Mellerio, che aveva avuto ospite l’artista presso la propria villa Melleriovilla del Gernetto di Lesmo, in Brianza, da cui l’opera proviene, recente acquisizione del Museo Diocesano di Milano esposto in occasione del ventennale dall’apertura (2001-2021). Altro presepio, più tardo, ad opera del bergamasco Giuseppe Carsana (Bergamo, 1822-1889) si trova presso il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho (MI), a testimonianza del perpetuarsi di questa tradizione anche nel XIX secolo.
Che storia ha avuto questo presepe? È sempre stato qui? È stato restaurato?
Non si conoscono con precisione le vicende del Presepe ma è assodato che sia stato realizzato per il contesto in cui è collocato, nella settima cappella di destra. L’opera è stata restaurata tra il 2001 e il 2003. L’intervento ha riguardato sia il supporto ligneo, liberato dai tarli, sia la superfice pittorica, pulita dalle numerose sovrapposizioni e dal naturale deposito di sporco.
Perché vale la pena di andare a vederlo nella chiesa di San Marco?
Il Presepe è certamente investito di un valore aggiunto nell’essere collocato entro un fondale architettonico che ne costituisce un’elegante scenografia barocca, unico esempio nel contesto cittadino. Per ragioni legate alla sua conservazione rimane visibile tutto l’anno.
Bibliografia essenziale:
A. Spiriti, La vicenda della pittura barocca dalla fine della Maniera all’Arcadia, in La chiesa di San Marco in Milano, a cura di M. L. Gatti Perer, Milano, BPM, 1998, pp. 167-229, in particolare pp. 226-227.
C. Geddo, Francesco Londonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 65, 2005 (https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-londonio_%28Dizionario-Biografico%29/)
buonasera essendo uno studente dell’universita ho il piacere di poterlo ammirare quotidianamente e non nego che tutti i giorni e per me come se fosse la prima volta!!
Ammiro molto i presepi tant’e’ che ho la fortuna di averne uno napoletano dell’epoca che non tolgo mai dalla sua teca.ogni giorno e S.Natale!